Come ripulire la reputazione online e cancellare il passato sul web
La gestione della reputazione online è un argomento che non interessa soltanto celebrità pubbliche, ma anche aziende e semplici cittadini. Oggi è possibile raccogliere online molteplici informazioni relative a una persona o un’organizzazione attraverso contenuti postati sui social, video, immagini, servizi giornalistici, menzioni, articoli di blog, perciò nessuno è realmente impermeabile alle informazioni che vengono prodotte nel web.
La reputazione online è un asset che si costruisce in anni e con grande impegno, ma che può essere danneggiata con relativa facilità, a volte anche con una sola diceria.
Notizie diffamatorie, affermazioni false, recensioni negative immotivate sono soltanto un esempio di contenuti altrui che possono danneggiare la nostra reputazione. Tali elementi possono danneggiare non soltanto la nostra autostima ma anche la nostra possibilità di concludere affari, siccome è davvero difficile stringere un buon rapporto con chi parte prevenuto avendo letto cattive testimonianze su di noi.
Pensa ad esempio ai recruiter che valutano i segnali delle presenze online che vengono prodotti dai potenziali candidati, e da altri come dichiarazioni sui social network, recensioni, testimonianze, che possono influire notevolmente sull’opinione che si forma intorno a un soggetto.
Ripulire la reputazione online
La difesa della reputazione è un’attività che prevede di rimuovere tutti quegli elementi che producono segnali negativi intorno a una determinata persona o brand.
Ciascuno di noi, volontariamente o per conseguenza delle azioni di altri, produce delle tracce in rete che testimoniano le sue attività, tracce che possono ritorcersi contro gli interessi della persona in questione, specialmente quando si tratta di eventi risalenti ad anni prima che si vuole lasciare alle proprie spalle.
Ad esempio, la difesa della reputazione online aiuta a far scomparire dal web articoli su processi che hanno visto l’interessato coinvolto, ma infine scagionato dalle accuse. In questi casi infatti il diritto di cronaca può venire meno e prevalere quello della difesa della riservatezza della persona in questione. Tali contenuti, se non altrimenti trattati, possono permanere in prima pagina di Google anche per anni, contribuendo a gettare un’aura di discredito sul soggetto interessato.
Una strategia consiste nel richiedere a Google la deindicizzazione dei contenuti in modo che spariscano dalla pagina dei risultati e non siano più portati all’attenzione di altre persone.
Il Diritto all’Oblio stabilisce che «ogni persona ha il diritto di far sì che il suo nome non venga associato da una ricerca in rete a un determinato risultato». Ciò dà il diritto di fare rimuovere informazioni su cittadini europei che ledono il diritto alla privacy e che non sono giustificate dal diritto alla cronaca.
Un’altra strategia – in aggiunta o sostituzione della precedente – consiste nella produzione di contenuti che supportano una reputazione positiva del cliente.
Possiamo realizzare ad esempio articoli del blog, ottenere recensioni, creare profili sui social network, per generare nuovi contenuti più freschi e attinenti alle esigenze informative del momento. Attraverso l’inbound marketing infatti possiamo quindi fare calare la visibilità dei contenuti dal taglio negativo (facendoli scendere tra le posizioni più in basso delle pagine di Google) per porre in risalto quelli dalla connotazione positiva.
Ripulire la reputazione su internet
Per ripulire la propria reputazione online, è necessario scoprire se qualcuno parla di noi, e in che misura. Possiamo digitare su Google il nostro nome e controllare quali siti contengono menzioni nei nostri riguardi. Può trattarsi di blog, siti di news, post sui social network, video caricati su Youtube.
Se vogliamo verificare che non ci sfugga nessuna menzione pubblicata di recente, possiamo cliccare a destra su “Strumenti”, “Data” e impostare un periodo in particolare, ad esempio l’ultima settimana. In questo modo potremo scoprire gli ultimi contenuti indicizzati che però non appaiono in prima pagina su Google.
Seozoom, ad esempio, è un tool che ci permette di valutare quante ricerche ottiene una determinata parola chiave e analizzare se ci sono siti che si posizionano per il nostro nome o brand.
Ripulire la reputazione sul web
Gli esperti nella difesa della reputazione online si occupano di scovare nel web citazioni, link e contenuti che riguardano l’interessato. L’attività comprende anche valutare il mood (tenore) delle conversazioni. Non tutte le menzioni sono uguali, e bisogna distinguere quelle dal significato positivo da quelle di taglio negativo.
Strumenti come Mention permettono di scoprire chi cita un determinato nome e di analizzare il tipo di conversazioni che lo riguardano.
A quel punto sarà possibile partecipare alle conversazioni ed eventualmente ribattere alle asserzioni o confutare le informazioni false. In questi casi tuttavia conviene appoggiarsi a esperti della reputazione online che sappiano gestire i segnali di crisi in modo da non rischiare di aggravare la situazione e peggiorare ulteriormente lo stato della reputazione.
Come ripulire la reputazione online
La deindicizzazione è un processo che permette di rimuovere dagli archivi di motori di ricerca come Google memoria dei contenuti pubblicati. I contenuti in questione sono fisicamente ancora presenti nel web, ma i motori di ricerca “si dimenticano” di loro. In questo modo non sono rintracciabili attraverso Google, ma soltanto accedendo direttamente oppure da segnalazioni da altre fonti.
Attraverso il Modulo di deindicizzazione di Google è possibile indicare i contenuti che si intende fare scomparire dagli archivi, segnalando le motivazioni alla base delle proprie pretese. Tuttavia, come detto, non è una soluzione definitiva, siccome i contenuti restano sempre consultabili. In questo modo potrebbero essere veicolati da altri ed essere indicizzati quando caricati in altri siti.
La strategia migliore consiste nel contattare i gestori del sito in questione e richiedere la cancellazione dei contenuti incriminati. Se questi rifiutano, può essere necessario rafforzare le proprie pretese con la lettera di un avvocato.
Se non sono disponibili i riferimenti dei webmaster puoi servirti di servizi online come whois per rintracciare i contatti ai quali indirizzarti.
Esperti di reputazione online come DigitalLex si occupano di scandagliare il web per individuare siti che possono contenere materiali compromettenti per la reputazione del proprio cliente, operandosi per fare valere le sue ragioni e ottenerne la cancellazione.