Diritto alla riservatezza: che cos’è e cosa prevede
Il diritto alla riservatezza è una delle espressioni fondamentali della tutela della persona e della sua sfera privata. In un contesto dove ogni informazione può essere tracciata e condivisa, la riservatezza diventa un tema cruciale sul piano giuridico ed etico.
Vediamo nel dettaglio che cosa si intende con diritto alla riservatezza, quali sono i suoi ambiti di applicazione, e in che modo si distingue (e si intreccia) con il concetto di privacy, per trattare il cosiddetto diritto all’oblio.
Cosa si intende con diritto alla riservatezza?
Con diritto alla riservatezza si intende la libertà dell’individuo di mantenere segrete o protette determinate informazioni personali, impedendone la diffusione o l’accesso non autorizzato. Si tratta di un diritto che tutela la sfera più intima e privata della persona: opinioni, scelte personali, informazioni sanitarie, orientamenti politici, dati bancari, abitudini di vita e molto altro.
Questo diritto è riconosciuto sia dalla Costituzione italiana, in particolare con l’articolo 2 (diritti inviolabili della persona) e l’articolo 15 (libertà e segretezza delle comunicazioni), sia da normative europee e internazionali, come la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Che cos’è il principio della riservatezza?
Il principio della riservatezza è il fondamento giuridico su cui si basano le regole relative alla protezione delle informazioni personali. Secondo questo principio, ogni individuo ha il diritto di controllare i propri dati e decidere chi può conoscerli, utilizzarli o divulgarli.
Nel contesto normativo italiano, questo principio è stato rafforzato dal Codice in materia di protezione dei dati personali (D.lgs. 196/2003) e, a livello europeo, dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR). Il GDPR, in particolare, ha introdotto regole più rigide per chi tratta dati personali, imponendo dei principi di trasparenza, sicurezza e responsabilità.
Cosa riguarda la tutela della riservatezza?
La tutela della riservatezza riguarda tutte le misure, tecniche, giuridiche e organizzative, volte a garantire che i dati personali non siano accessibili a soggetti non autorizzati e non vengano utilizzati per finalità diverse da quelle previste.
Questo significa, ad esempio:
- Protezione dei dati sanitari, finanziari o giudiziari;
- Obblighi per le aziende di informare gli utenti sul trattamento dei dati;
- Possibilità per il cittadino di richiedere la rettifica o cancellazione delle proprie informazioni;
- Divieto di diffusione illecita o non consensuale di dati sensibili.
La tutela della riservatezza si estende anche al digitale, dove ogni interazione lascia tracce che devono essere protette da accessi indebiti e utilizzi impropri.
Qual è la differenza tra privacy e riservatezza?
I termini privacy e riservatezza sono spesso usati come sinonimi, ma in realtà hanno sfumature diverse:
- Riservatezza è il concetto più ampio e tradizionale: indica il diritto di tenere determinate informazioni personali lontane dalla conoscenza altrui.
- Privacy è un termine più recente, nato soprattutto in ambito anglosassone, che si è evoluto fino a rappresentare l’insieme dei diritti e delle normative relative al trattamento dei dati personali, specialmente in ambito tecnologico e digitale.
In altre parole, la privacy è la dimensione legale della riservatezza, declinata secondo norme e regolamenti specifici, come il GDPR.
La riservatezza, invece, è un diritto umano e sociale, radicato nella dignità della persona.
Riservatezza e diritto all’oblio
Uno dei temi più attuali legati alla riservatezza è il cosiddetto diritto all’oblio, ovvero il diritto di una persona a vedere rimosse dal web (motori di ricerca, archivi online, articoli giornalistici) informazioni obsolete o non più rilevanti, soprattutto se danneggiano la sua reputazione o impediscono una piena reintegrazione nella vita sociale e lavorativa.
Il diritto all’oblio è stato riconosciuto ufficialmente dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel 2014 e oggi costituisce uno strumento fondamentale per garantire la riservatezza digitale, soprattutto in casi come:
- Vecchie notizie legate a reati estinti;
- Dati personali indicizzati da Google o altri motori di ricerca;
- Contenuti diffamatori o lesivi dell’immagine personale.
Anche in questo caso, il bilanciamento tra diritto all’informazione e diritto alla riservatezza è delicato e viene valutato caso per caso dalle autorità competenti.
Conclusioni
Il diritto alla riservatezza è un pilastro della libertà personale e un valore da difendere, oggi più che mai. Capire la differenza tra privacy e riservatezza, conoscere le leggi che regolano il trattamento dei dati e saper esercitare strumenti come il diritto all’oblio è essenziale per proteggere la propria identità e la propria dignità.